Giuseppe Moroni, il bagno di Igea

Lo sguardo enigmatico della fanciulla di corte ci conduce nel limite dei suoi pensieri. Una corte indaffarata ad accogliere la bella Igea, che raccoglie verso di sé tutte le attenzioni, il suo sguardo calamita lo spettatore.

Osservando meglio le ancelle notiamo che parecchie fra loro sono identiche, repliche, ma ciò che muta è il loro sguardo, la loro intenzione. Ognuna di loro porta con sé un sentimento, un’emozione diverse.

Giuseppe Moroni nel 1922 riceve l’incarico di decorare la controfacciata dello Stabilimento Berzieri a Salsomaggiore Terme. Nei tre riquadri sopra l’ingresso trionfa la rappresentazione pittorica del bagno di Igea, racconto allegorico ispirato al mito classico, che Moroni realizza in armonia con il contesto decorativo progettato da Galileo Chini all’interno dell’edificio. I colori, le forme e le suggestioni narrative si integrano con il lavoro del Maestro Fiorentino. 

Giuseppe Moroni pittore lombardo, della vicina Cremona, è un artista molto apprezzato, che si è formato presso l’Accademia di Belle Arti Brera a Milano ed ha proseguito i suoi studi alla Scuola Superiore di Belle Arti a Roma, legandosi professionalmente al pittore Bargellini, uno fra i più importanti esponenti del Simbolismo e del Liberty nei primi anni del ‘900. 

Il culto di Igea appartiene al mondo classico: nella Grecia antica Igea, figlia di Esculapio, dio della Medicina e Lampeggia, è colei che previene i malanni e preserva la salute, la sua azione è dunque preventiva. Nel mondo Romano Igea diventa la divinità Salus, dea della salute, simbolo di moderazione e del comportamento corretto dell’uomo, che è in grado di saper utilizzare tutto, ma restare padrone di se stesso. Igea viene spesso rappresentata come una bella e formosa fanciulla nell’atto di dissetare un serpente, simbolo della Madre Terra, rappresentante uomini, animali e piante. I Romani avevano il culto dell’igiene e la tutela dell’acqua, e profusero le loro energie affinché fosse disponibile e pura al loro popolo, da qui esemplificativa è l’attenzione per le terme, luogo dedicato alla cura del corpo e gli acquedotti, per trasportare e rendere fruibile l’acqua. Nel ventennio fascista vengono ripresi molti aspetti della cultura romana, perché espressione della grandezza del popolo italiano nel mondo ed esemplare civiltà da imitare per restituire all’Italia il giusto posto nel mondo. Il culto di Igea viene impiegato nelle Terme Berzieri, perché lo Stabilimento diventa tempio della salute e del benessere fisico e spirituale; le acque salsobromoiodiche hanno la capacità ci prevenire le malattie e di irrobustire il corpo. 

Il trittico rappresenta Igea che esce dalle acque, è un’istantanea: il velo leggero e trasparente la circonda, ma pazienta e come in un fermo immagine è sospeso sulle candide forme della dea. Lei, Igea, è bella, giovane, le sue forme sono armoniose, il suo corpo si presenta al pubblico sano e pieno di energie; fra i capelli vaporosi sono sistemati delicati fiori bianchi, i suoi occhi sono sereni e di un blu splendente (la modella fu Maria Stella Turchetti, una giovane ragazza che diventò in seguito la compagna del pittore Moroni). Attorno a lei arrivano gioiose, serene e partecipi all’evento un corteo di fanciulle che la circondano, racchiudendola in una cornice di bellezza. Le fanciulle sono abbigliate con tuniche leggere, spesso mostrano le braccia ed i seni, facendo emergere la loro estrema femminilità ed eleganza; i copricapi che indossano, i monili tintinnanti, gli scrigni metallici, incastonati di pietre preziose, che portano unguenti e profumi ricordano un Oriente sognato, desiderato, ricordano la Mesopotamia, Bisanzio, raccontano la vita di corte, fra sussurri e pettegolezzi.

L’elemento femminile è determinante: le acque svolgono un ruolo fondamentale nel benessere della donna, che è colei che genera nuova vita, così le acque salsobromoiodiche sono acque che rendono fertili i terreni e sono valide terapie per l’apparato riproduttivo femminile. Sullo sfondo linee sottili e raffinate disegnano preziose texture, simili a foulard, simili a paraventi che fanno trasparire la scena. Tutte le ancelle arrivano accanto alla Dea per renderle un buon servizio, portano profumi ed unguenti, fiori per impreziosire il suo corpo, le portano animali selvaggi domati, piegati e pronti ad obbedirle.

Lei governa la salute del Mondo, fatto di uomini, ma anche di piante e animali. Scimmie, pappagalli, coppie di ghepardi, gazzelle, tartarughe animano la scena: composte giacciono le scimmie nel grembo delle ancelle, al guinzaglio o nelle voliere gli animali più selvaggi addomesticati per la Dea. Essi hanno anche un significato simbolico: i ghepardi rappresentano la forza e la robustezza, le gazzelle l’eleganza e l’armonia, mentre le tartarughe simboleggiano la longevità. Questi ultimi tre sono le caratteristiche delle acque termali, espresse dalla simbologia di Moroni. Ai piedi del corteo le acque con le sembianze di una ricca e sontuosa tappezzeria colorata con la gamma cromatica del blu, mentre un cartiglio ai piedi della Dea reca la frase latina DONEC TOTUM IMPLEAT ORBEM: Finché (l’acqua) non avrà riempito il mondo intero. L’acqua è fonte di vita ed è essa stessa che viene celebrata in ogni suo aspetto, il Berzieri è necessariamente il tempio della vita.