L’acqua in un racconto simbolico di forme e colori

Donec totum impleat orbem” Fino a che non avrà riempito il mondo intero– Parte prima


Particolare “La Primavera” Galileo Chini, 1922
Stabilimento termale “L. Berzieri” Salsomaggiore Terme (PR)
(M. Stucchi)
 

Siamo di fronte ad un racconto forte e potente, che racchiude nella sua ineguagliabile bellezza una fitta foresta di simboli. Un racconto esoterico che si spinge fino alla radice primigenia e arcaica dell’esperienza umana e prima ancora della vita stessa. La storica dell’arte Maurizia Bonatti Bacchini ha studiato e descritto il racconto simbolico dei dipinti di Chini, nelle sue pubblicazioni possiamo rintracciare tutti gli elementi.

Ad un primo approccio il nostro sguardo è rapito dalle tre splendide donne, o meglio ninfe, trasportate da una brezza leggera: l’aria è palpabile pare un fluido che le avvolge e – assieme all’aria – anche i veli leggeri avvolgono e accarezzano le forme morbide, materne e le setose capigliature. Ad accoglierle un giaciglio di fiori: rose rosse e rosa, ne respiriamo il profumo, coinvolti nell’esperienza mistica. Una sfera lattiginosa e specchiante è sostenuta dalla forza muliebre da cui si sviluppano eterei veli e bollicine. Una vegetazione lussureggiante degna di un paradiso terrestre incornicia la scena, collega cielo e terra, mentre nello sviluppo dei rameci si intrecciano ad essi fiori, frutti e uccelli variopinti che ci restituiscono un’immagine ricca e vitale.

Chini però ci offre una chiave per entrare in un mondo ancestrale e da quella porta socchiusa a cui accediamo si apre ai nostri occhi un nuovo disegno fatto di simboli, che raccontano la vita scorrere dietro alle immagini. L’acqua, l’aria, il fuoco e la terra si combinano fra loro ed intrecciandosi danno origine ad un testo circolare in cui proprio l’acqua è elemento protagonista da cui trae origine la vita, simbolo di purezza, di salute e fecondità; nella piccola goccia d’acqua è racchiuso l’infinitamente grande ed essa si riversa nel terreno per renderlo fertile e fare germogliare una fitta foresta vegetale, luogo di rigenerazione e iniziatico per eccellenza, dove ci si rifugia per recuperare nuove energie e conoscenza, per intraprendere il cammino verso la verità. La forza dell’acqua dialoga con il fuoco, elemento maschile che permea e dà nuova vita, lo contiene, lo rinsalda. I tralci collegano idealmente cielo e terra e seguendo l’avvilupparsi di foglie e fiori l’acqua, dopo aver reso fertile la terra, diventa vapore e sale verso il cielo diventando aria. Sopra quella brezza sostano indimenticabili fanciulle, perché l’acqua è elemento femminile, che accoglie e grazie alla sua forza di trasformazione modella l’energia, scorre nelle profondità della terra e genera altro. Le linee curve del Liberty esprimono al meglio questa dinamicità, il movimento vitale e circolare che trabocca accompagna tutta la struttura del racconto, come pure i colori collaborano alla potenza espressiva delle immagini: il tema dell’acqua si sviluppa nell’oro dei riccioli che si arrotolano a spirale, anch’essa simbolo del moto perpetuo che soggiace alla vita, e decorano anche i lembi dei veli come piccole onde; è nel blu elettrico e nel turchese degli uccelli, nel verde acqua fra le fronde primaverili, è nel ceruleo dei veli che si librano lievi nel cielo; è nella sfera che contiene in embrione una nuova vita.