Van Gogh ed i Mandorli in fiore

Le immagini rimbalzano ogni giorno sui nostri dispositivi, alcune sono talmente usate che prendono vita e diventano autonome dall’autore, le decoriamo il materiale di uso comune, perché sono eleganti, equilibrate, perché ci danno benessere ed un senso di ricercatezza.

Un giorno mi è capitato di vedere della carta da parati all’interno di un locale che vendeva prestigiose bottiglie di Champagne, etichette abbastanza ricercate, in stile Belle époque; la carta da parati del locale era in tema con le bottiglie e ricordava un quadro di Van Gogh già visto. E’ iniziata la ricerca, perché quei rami fioriti su sfondo carta da zucchero mi davano un senso di grande leggerezza e si ricongiungevano idealmente alla stagione primaverile ormai alle porte.

Van Gogh dipinge il Mandorlo in fiore il 31 gennaio 1890 in occasione della nascita del nipote, il figlio del fratello Théo. Il mandorlo è uno dei primi alberi che fiorisce, anticipa il solstizio di primavera, la stagione in cui la vita si rinnova: è un segno di speranza e ottimismo. Un simbolo, ossia un elemento concreto a cui si attribuisce un significato, un valore più ampio.

Delicatezza, gioia, fragilità nei tratteggi del dipinto. Van Gogh si ispirò alle stampe giapponesi, infatti all’epoca – tra fine ‘800 e inizi ‘900 – , l’arte orientale arrivò in Europa affascinando gli artisti e la borghesia rampante, diede nuovi spunti, nuove idee a cui attingere, gli artisti che si discostarono dalla tradizione cercando nuovi percorsi si ispirarono ad essa e ripercorsero nuovi gesti guardando all’ Est, come ad un luogo magico e alternativo. L’onda di Hokusai, così come altre stampe oggi importanti, arrivarono in Europa avvolgendo oggetti ed oltre a svelare preziosi servizi da tè e ceramiche raffinate, svelarono un mondo figurativo che fornì le radici al nascente movimento dell’Art Nouveau.

Dalla suggestione nata da una carta da parati e meglio ancora da una carta da parati raffigurante “Il mandorlo” di Van Gogh prende forma e diventa una proposta didattica molto semplice ciò che vado ad illustrare di seguito. Si tratta di disegno libero, carta e matite colorate e tanta tanta osservazione: sì, perché il disegno dal vero richiede spirito di osservazione.

Questa attività promuove l’osservazione della realtà, indaga le forme, si sofferma sui particolari, genera sotto il proprio controllo un prodotto per il piacere di fare e di vedere qualcosa che esce dalle proprie mani.

Da questo frame istantaneo ne è nato un breve video – neppure 5 minuti – dove è forte il legame fra l’osservazione della stagione primaverile – attraverso la fioritura degli alberi – e un’istantanea dell’opera di Van Gogh. Prosegue con la proposta del disegno a mano libera, seguendo passo a passo un esempio, non da scimmiottare, ma un semplice suggerimento operativo per superare quello che spesso ci sentiamo dire: “Non sono capace!” e superare questa ritrosia che ostacola l’apprendimento.