Van Gogh ed i Mandorli in fiore
Le immagini rimbalzano ogni giorno sui nostri dispositivi, alcune sono talmente usate che prendono vita e diventano autonome dall’autore, le decoriamo il materiale di uso comune, perché sono eleganti, equilibrate, perché ci danno benessere ed un senso di ricercatezza.
Un giorno mi è capitato di vedere della carta da parati all’interno di un locale che vendeva prestigiose bottiglie di Champagne, etichette abbastanza ricercate, in stile Belle époque; la carta da parati del locale era in tema con le bottiglie e ricordava un quadro di Van Gogh già visto. E’ iniziata la ricerca, perché quei rami fioriti su sfondo carta da zucchero mi davano un senso di grande leggerezza e si ricongiungevano idealmente alla stagione primaverile ormai alle porte.
![](https://www.valeriatedaldi.com/wp-content/uploads/2021/03/IMG_20210326_070800-1-1024x701.jpg)
Van Gogh dipinge il Mandorlo in fiore il 31 gennaio 1890 in occasione della nascita del nipote, il figlio del fratello Théo. Il mandorlo è uno dei primi alberi che fiorisce, anticipa il solstizio di primavera, la stagione in cui la vita si rinnova: è un segno di speranza e ottimismo. Un simbolo, ossia un elemento concreto a cui si attribuisce un significato, un valore più ampio.
Delicatezza, gioia, fragilità nei tratteggi del dipinto. Van Gogh si ispirò alle stampe giapponesi, infatti all’epoca – tra fine ‘800 e inizi ‘900 – , l’arte orientale arrivò in Europa affascinando gli artisti e la borghesia rampante, diede nuovi spunti, nuove idee a cui attingere, gli artisti che si discostarono dalla tradizione cercando nuovi percorsi si ispirarono ad essa e ripercorsero nuovi gesti guardando all’ Est, come ad un luogo magico e alternativo. L’onda di Hokusai, così come altre stampe oggi importanti, arrivarono in Europa avvolgendo oggetti ed oltre a svelare preziosi servizi da tè e ceramiche raffinate, svelarono un mondo figurativo che fornì le radici al nascente movimento dell’Art Nouveau.
Dalla suggestione nata da una carta da parati e meglio ancora da una carta da parati raffigurante “Il mandorlo” di Van Gogh prende forma e diventa una proposta didattica molto semplice ciò che vado ad illustrare di seguito. Si tratta di disegno libero, carta e matite colorate e tanta tanta osservazione: sì, perché il disegno dal vero richiede spirito di osservazione.
![](https://www.valeriatedaldi.com/wp-content/uploads/2021/03/IMG_20210326_085701-3-1024x856.jpg)
Questa attività promuove l’osservazione della realtà, indaga le forme, si sofferma sui particolari, genera sotto il proprio controllo un prodotto per il piacere di fare e di vedere qualcosa che esce dalle proprie mani.
Da questo frame istantaneo ne è nato un breve video – neppure 5 minuti – dove è forte il legame fra l’osservazione della stagione primaverile – attraverso la fioritura degli alberi – e un’istantanea dell’opera di Van Gogh. Prosegue con la proposta del disegno a mano libera, seguendo passo a passo un esempio, non da scimmiottare, ma un semplice suggerimento operativo per superare quello che spesso ci sentiamo dire: “Non sono capace!” e superare questa ritrosia che ostacola l’apprendimento.