“L’Oro di Chini” a Salsomaggiore Terme

Nell’ambito del Festival @cquechepassione! collegato agli eventi degli eventi di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21 è nato il progetto “L’Oro di Chini” dedicato alla città di Salsomaggiore Terme, un omaggio all’opera più importante di Galileo Chini nella città: lo stabilimento termale “L. Berzieri”.

Lo Stabilimento termale dedicato al medico “L. Berzieri”, precursore del termalismo a Salsomaggiore, inaugurato il 27 maggio 1923 diventa oggi l’oggetto di un’operazione culturale contemporanea, proponendo la spettacolarizzazione del Patrimonio dei beni culturali. 

Il progetto riguarda il patrimonio artistico decorativo di questa struttura dei primi del ‘900, legato alla figura preminente dell’artista fiorentino Galileo Chini e dell’architetto Ugo Giusti, due professionisti di chiara fama internazionale. Gli apparati decorativi sono stati raccolti grazie ad una campagna fotografica, che ha permesso di documentare ampiamente e con estrema cura bassorilievi, dipinti, ceramiche, vetri artistici e ornati in ferro battuto.

Stabilimento termale “L. Berzieri”, Salsomaggiore Terme (PR)

Salsomaggiore Terme, la ville d’eaux

Salsomaggiore Terme è una piacevole cittadina incorniciata dalle dolci colline di Parma. Milioni di anni fa in questo territorio esisteva il Golfo Padano, un antico mare copriva completamente la Pianura e proprio qui, nel sottosuolo, ancora oggi è custodita la sua testimonianza e il suo tesoro: l’acqua salsobromoiodica.

L’acqua salsobromoiodica era conosciuta fin dall’antichità, alcune tribù Galliche si erano insediate in quello che oggi è conosciuto come il territorio del Comune di Salsomaggiore ed avevano scoperto la presenza di questo importante elemento da cui, con tecniche rudimentali, estraevano il sale. Il sale veniva impiegato per la conservazione degli alimenti ed era preziosissimo, tanto da essere commercializzato in tutto il Nord Italia, conosciuto ed apprezzato per la qualità e purezza. Nel 1839 il dottor Lorenzo Berzieri scoprì che le acque di Salsomaggiore potevano essere impiegate per le cure mediche, questa scoperta innescò un cambiamento epocale. Negli ultimi anni dell’800 si passò dal borgo fabbrica del sale alla città termale, la ville d’eaux, vocata al turismo e meta prediletta di una clientela eterogenea: personaggi di chiara fama, letterati, artisti; dalla regina Margherita di Savoia agli operai e contadini, alla classe borghese degli industriali della intraprendente Milano.

Nei primi anni del ‘900 ci fu una forte accelerazione turistica, complici diversi fattori: la moda delle cure termali, la lungimiranza di alcuni imprenditori, un rinnovato interesse per la cura del corpo e un nuovo modo di vivere lo svago ed il divertimento sortirono un positivo effetto sulle sorti di Salsomaggiore, in breve tempo si dotò di alberghi di lusso, infrastrutture, strade e illuminazione pubblica, un rinnovato piano urbanistico mise le basi per il nuovo volto della cittadina parmense.

Nel 1913 l’architetto fiorentino Ugo Giusti si occupò dei primi progetti delle Terme dedicate a Lorenzo Berzieri, dovevano essere un monumento, il simbolo di Salsomaggiore nel mondo. Dopo anni, diversi problemi amministrativi e lo stop causato dalla prima guerra mondiale, il progetto vide il suo compimento in un’opera di eccezionale bellezza, che si impose fin da subito nella trama urbana della città. Ancora oggi le Terme Berzieri sono conosciute come “Le Terme più belle del mondo”, vanto nella storia della città, vanto della cultura architettonica e artistica italiana.

Lo stato italiano volle costruire un’opera che celebrasse le acque salsoiodiche di Salsomaggiore, facendole conoscere in tutto il mondo attraverso l’arte italiana. Il 27 maggio del 1923 fu inaugurato lo stabilimento che è e rimane unico nel suo genere, frutto del genio di un grande artista ed interprete del suo tempo, Galileo Chini, esso sfugge alle definizioni di stile: elementi Liberty si fondono con il Déco, mentre i colori ed alcuni soggetti prendono spunto dai viaggi dell’artista nel Siam, assaporando le atmosfere del lontano Oriente.

Galileo Chini. Autunno e primavera, i capolavori pittorici

Chini nacque a Firenze, in via delle Terme 9, il 2 dicembre 1873, un destino già ben indirizzato. La sua vita fu straordinaria, un genio eclettico, forse non abbastanza valorizzato, esponente del Liberty italiano, con una sua particolare traduzione del Déco, fu interprete vivace e attivo del suo tempo.

A Salsomaggiore Chini si occupò degli apparati decorativi dello Stabilimento “L. Berzieri”, un’opera pubblica di straordinaria bellezza, che si impose fin da subito nel tessuto urbano della città. Più tardi, completata l’opera, assieme a Ugo Giusti si occupò delle decorazioni del Grand Hotel des Thèrmes, oggi Palazzo Congressi, ed in seguito di Villa Fonio.

Nel 1913 Ugo Giusti fu chiamato a lavorare al progetto dello Stabilimento termale a Salsomaggiore e ben presto arrivò anche il decoratore Chini, portando a corredo le opere artistiche della Manifattura.

Apparati decorativi esterni

Le Terme Berzieri si affacciano sulla piazza omonima, nel pieno centro storico, non passano inosservate, la ricchezza degli apparati decorativi è tanta e tale da non permetterlo. La facciata è imponente e ricorda le forme di un tempio, di un palazzo reale, il corpo centrale è affiancato da due torri, la struttura è simmetrica, la pianta dell’edificio ricorda la lettera E, sono presenti due ali laterali più lunghe ed una centrale più corta. La facciata è di per sé una narrazione, esprime attraverso le forme, i colori ed i materiali il patrimonio culturale italiano, inoltre le citazioni orientali sono evidenti e descrivono il particolare fascino che i paesi asiatici ebbero nell’Europa tra la fine dell’800 e ‘900. I materiali impiegati sono marmi, ceramiche, gli ornati in ferro battuto raccontano l’evoluzione tecnica dell’epoca, la ricerca di una nuova arte, volta a far emergere una nuova classe sociale, la borghesia rampante.

Nel corpo centrale troviamo la scritta THERMAE – un omaggio alla cultura romana dei bagni termali – affiancata da due chimere, smaltate di turchese, che ricordano draghi fantastici. L’entrata è maestosa, le colonne marmoree scanalate sono sovrastate da ricche paraste di gusto orientale, appena sopra una pensilina è contraddistinta dalla presenza di teste di drago, occhi sporgenti e denti possenti in mostra. Sulle torri invece due bassorilievi identici raffigurano un gruppo di odalische, copricapi e perizomi metallici ricordano i soggetti dei quadri siamesi di Chini.

Una delle due Chimere poste sulla facciata dello Stabilimento, modellate dalla manifattura di borgo San Lorenzo (FI). Esse sono il simbolo dello Stabilimento stesso, smaltate in turchese, racchiudono gli elementi stilistici presenti nell’edificio: dal Liberty al Déco, alle atmosfere orientali.

Oltre ai bassorilievi sono presenti una grande quantità di ceramiche di diversa forma e colore, progettate perché fossero belle e potessero resistere agli agenti atmosferici, espressione della grande capacità artigiana, particolarmente apprezzata in tutto il mondo.

Uno dei due gruppi di odalische posizionate sulle due torri dell’edificio.
Particolare. Gli apparati decorativi sono decisamente ricchi sia nel repertorio stilistico, sia per la varietà di materiali impiegati, fra cui certamente spiccano le ceramiche che vestono la facciata assieme a marmi e ornati in ferro battuto.

Apparati decorativi interni

Particolare degli apparati pittorici. I colori impiegati ricordano i colori dell’acqua.
Particolari In alto un particolare decorativo inserito nelle porte che conducevano alle stanze dedicate alle cure termali. Un vortice di carpe dorate si riconcorrono incessantemente, mostrano le fauci spalancati ed i denti acuminati.

Entrando lo sguardo esplora gli spazi che si aprono dinnanzi ed è spinto a colmare la distanza che lo separa dal velario in ferro e vetri artistici, posto sul soffitto, si possono cogliere delle figure zoomorfe racchiuse al suo interno.

La pavimentazione è un intreccio geometrico di marmi italiani, al centro, racchiusa in un tondo la dedicazione a LORENZO BERZIERI PRECURSORE ANNO XMCXXIII, mentre le pareti sono riccamente decorate, le finestre propongono i vetri artistici delle Fornaci Chini di San Lorenzo, gli arredi sono dell’ebanisteria Spicciani di Lucca. L’artigianato italiano emerge nelle diverse varietà di oggetti presenti. Il piano terra ospitava un bar e un pianoforte, famosa fu l’orchestra stabile sinfonica diretta dal maestro Gandolfi che intratteneva gli ospiti, scandendo il tempo delle cure.

Sulla controfacciata il trittico di Giuseppe Moroni, pittore di origine lombarda, realizzò questa opera nel 1922 dedicata al bagno di Igea, splendida dea della bellezza e della salute, campeggia al centro della scena orientale, un Oriente fantastico e immaginato dal pittore, che descrive le proprietà delle acque attraverso alcuni animali selvatici: grazia, forza e longevità. Un omaggio ed un invito a bagnarsi nelle acque salsoiodiche, uscendone rinnovati nel corpo e nell’anima.

“Il bagno di Igea”. Particolare decorativo del trittico di Giuseppe Moroni posto in controfacciata.

Marmi, ceramiche, ornati in ferro battuto, vetri artistici e boiserie decorano armoniosamente gli spazi interni delle Terme Berzieri.

Nella visione d’assieme di questa porzione di colonna, posta al piano primo dello Stabilimento, si osserva la combinazione dei materiali e la capacità del maestro Chini di integrare fra loro le decorazioni, grazie ad armonia ed equilibrio il risultato è sbalorditivo.

Particolare. Nelle colonne al primo piano si nascondono tra le forme impresse nel marmo elementi zoomorfi, civette, arieti, scimmie ed elefanti.
Particolare decorativo. Fiori e foglie rivestono le colonne e le lesene. Da notare la maestria degli artigiani della Manifattura che utilizzarono diverse tecniche di lavorazione, offrendo un repertorio piuttosto vario.
Particolare del soffitto del salone al centro del reparto di cure.
Particolare pittorico sul soffitto del loggiato del piano primo

Salendo gli scaloni si arriva al primo piano le opere di Chini realizzate nel settembre del 1922, sono due opere simmetriche e molto simili tra loro, rappresentano la Primavera e l’Autunno, le stagioni in cui è preferibile fare le terapie termali. Sono un incanto e ci trasportano letteralmente in un’altra dimensione, fatta di bellezza. Nella scena sono evidenti riccioli dorati: l’interpretazione di Chini delle acque di Salsomaggiore; ninfee e fanciulli circondati da una ricca vegetazione, da fiori, acqua e brezze leggere.

“L’Autunno” di Galileo Chini, datato 7 settembre 1922. Particolare del dipinto presente al termine degli scaloni che portano al piano primo.

Il progetto “L’Oro di Chini” alla corte civica Tommasini

Il progetto ad alta definizione permette di vedere elementi, che spesso non riescono ad essere colti: è possibile, grazie all’alta tecnologia impiegata, approfondire, conoscere e comprendere meglio la poetica di Chini, e pure trovare elementi non facilmente visibili, perché inseriti in una fitta foresta di simboli. 

E’ uno sguardo nuovo, contemporaneo, capace di indagare in profondità, capace di coglierne gli aspetti reconditi e di valorizzare un’opera, sia per il professionista che studia la poetica dell’artista e del suo tempo, sia per il pubblico che può così apprezzare la bellezza dei Beni del nostro patrimonio artistico. 

La fruizione multimediale è una realtà: da un lato necessario per essere competitivi sul mercato, dall’altro è un investimento per il futuro, ossia ciò che lasceremo alle prossime generazioni.  

Digitalizzare un’opera simile è un dono, è il racconto poetico che si sviluppa nei nostri occhi, è la sorpresa, è la meraviglia di rovistare e cogliere i segreti intimi di un’opera che resta una pietra miliare nell’iconografia nazionale. Attraverso la digitalizzazione si rendono eterne le opere del Chini e dell’architetto Giusti e facilmente fruibili grazie alla narrazione testuale e video, in un’ottica sempre più inclusiva, capace di allargare considerevolmente la platea degli spettatori interessati.”

Progetto digitale “L’Oro di Chini”, Salsomaggiore terme.

Per poter realizzare il progetto immersivo “L’Oro di Chini” è stato necessario un lavoro di documentazione profondo e articolato, che ha previsto la ricerca dei testi della ricca bibliografia sulla storia di Salsomaggiore e del suo territorio – dalle sue origini-, sullo stabilimento Berzieri e sui suoi protagonisti: in primis l’artista Galileo Chini, l’architetto Ugo Giusti e tutti i collaboratori impegnati nell’impresa.

Si è dato avvio ad una grande raccolta di immagini fotografiche ad alta definizione all’interno e all’esterno dello stabilimento termale. La campagna di documentazione fotografica è stata decisiva ed ha permesso di acquisire una grande quantità di immagini, un censimento vero e proprio degli ambienti principali dove sono presenti gli apparati decorativi. Ogni dettaglio decorativo è stato censito nella sua forma attuale e i grandi dipinti presenti sono stati “catturati” nella loro bellezza, valorizzandoli. 

Dopo aver reperito le informazioni necessarie l’équipe di lavoro ha selezionato il materiale, operato delle scelte,  organizzato e sviluppato uno storyboard che rispondesse allo scopo di dare risalto al grande valore artistico e architettonico dello stabilimento attraverso gli strumenti della tecnologia contemporanea, volta a costruire un racconto di immagini, musica e parola nel solco della valorizzazione e spettacolarizzazione dei beni culturali.

Particolare del progetto. Le immagini a 360° permettono la visita virtuale dei Beni del patrimonio artistico e architettonico.

Il progetto ha avuto la supervisione scientifica della prof.ssa Maurizia Bonatti Bacchini.

Il progetto ha anche coinvolto importanti partner tecnologici, portando ad alti livelli il racconto di Chini alle Terme Berzieri. Grazie alle immagini ad alta definizione e al lavoro di graphic design è stato possibile costruire un racconto contemporaneo che valorizza i beni artistici e architettonici di Salsomaggiore. La proiezione offre uno sguardo nuovo che permette di vedere particolari mai visti degli apparati decorativi dell’artista fiorentino, di riscoprire e apprezzare opere di infinita bellezza.

Marco Stucchi, affermato professionista di fama, già autore di grandi eventi strettamente legati alla valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico italiano, tra cui “Il Guercino a Piacenza”, “La salita al Pordenone”, “La riapertura dell’Abbazia di Nonantola”, “La Certosa di Milano”, “Il patrimonio geologico per la Fondazione Dolomiti-Unesco”.
Ideatore del progetto Oro di Chini ha seguito gli aspetti tecnologici del progetto e la completa documentazione digitale ad alta risoluzione del progetto.


Elena Bastianini storica dell’arte e 3d artist, che coniugando le sue competenze umanistiche e digitali ha realizzato numerosi progetti multimediali con l’intento di raccontare l’arte antica in una prospettiva inedita.
Nel progetto L’Oro di Chini ha curato il progetto creativo dando vita alle immagini ad alta definizione di Stucchi attraverso la motion graphic.

Valeria Tedaldi ha progettato e coordinato le visite guidate dei beni artistici e architettonici all’interno del Festival @cquechepassione! costruendo nuovi racconti itineranti che valorizzassero le bellezze del patrimonio culturale di Salsomaggiore. Si è occupata dei contenuti per percorso di visita virtuale delle Terme Berzieri e dei contenuti testuali e storytelling del video L’Oro di Chini. 
Marco Stucchi curatore del progetto “L’Oro di Chini” , Elena Bastianini storica dell’arte e 3d artist, Valeria Tedaldi curatrice dei contenuti e storyteller.

L’Oro di Chini è l’oro intessuto nelle ceramiche della manifattura Chini di Borgo San Lorenzo – a pochi chilometri da Firenze – è l’opera completa e matura del grande artista fiorentino Galileo Chini, è l’emozione che proviamo quando al calar del sole lo Stabilimento “L. Berzieri” brilla di infinita bellezza; è il lascito del festival @cquechepassione! alla città, è l’idea di un museo diffuso che passa attraverso la spettacolarizzazione del patrimonio culturale di Salsomaggiore terme.

Inaugurazione “L’Oro di Chini” alla Nuova Corte Civica Tommasini, un tempo terme cittadine, Salsomaggiore Terme.
Trailer de “L’Oro di Chini”