Le stagioni di Galileo

Accade che in un bellissimo palazzo ci siano molteplici decorazioni di svariata natura, dalle ceramiche alle opere di ebanisteria, dai ferri battuti ai marmi che rivestono pavimenti e pareti.

E’ difficile incasellare palazzo Berzieri in uno stile artistico preciso, non ci sta, possiamo però dire che è unico nel suo genere. Pur individuando elementi Liberty e Decò è ben presente la magia e il fascino orientale, che Galileo ben conosceva.

Ma c’è di più. Ricordo benissimo di aver ascoltato una storica dell’arte affermare con grande ammirazione che il palazzo era senza dubbio una raccolta di ornamenti tratti dal grande patrimonio artistico italiano.

C’è tutto Chini, l’artista, l’uomo e il suo estro.

Le stagioni di Galileo sono i due dipinti che ha realizzato di suo pugno nel settembre del 1922, poco prima dell’inaugurazione del 27 maggio del 1923.

I due dipinti sono posti al primo piano, uno accanto all’altro, di una meraviglia senza tempo, ricchi di simbologia. Questi possono essere riconosciuti come appartenenti al movimento Liberty, ma non sembra di vedere anche la dolce Ofelia preraffaelita che si lascia andare nelle acque gelide dello stagno?

C’è l’autunno e la primavera, due stagioni scelte appositamente per descrivere e spiegare quanto efficaci siano le cure sviluppate grazie alle acque salsobromoiodiche, che giustappunto in questi periodi dell’anno sono raccomandate. Questi dipinti sono di una bellezza che lascia senza fiato, l’esperienza in presenza è importantissima per coglierne tutti i particolari. Due opere gemelle che mostrano la bravura di Chini.

Autunno, G. Chini, 1922
Primavera, G. Chini, 1922

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